martedì 11 ottobre 2005

Il semaforo rosso mi da il tempo di ammirare lo svolazzare di una foglia d'autunno.
Finalmente stiamo per ripercorrere la strada che ci portò da Roma a Viterbo in bicicletta, ma questa volta siamo in macchina!
Quanto saranno ripide le salite che mi hanno sfinito? Quanto saranno lunghe le brevi discese?
Ci è bastato lasciare Roma per cominciare a riconoscere i luoghi del viaggio e sono tutti come ce li ricordiamo. Mi sento al settimo cielo è come vedere l'adattamento cinematografico di un romanzo che ti è piaciuto tantissimo e accorgerti che è proprio come te lo eri immaginato.
Mi stanco solo a guardare la strada, arrivati a Viterbo una cosa è chiara: siamo riusciti in una impresa. Il tragitto è lungo e pieno di salite, con lunghissimi tratti di un finto pianeggiante di quelli che ti fanno star male.
Ci beviamo un caffè nel bar di Oriolo Romano che ci diede ristoro nel momento peggiore della traversata. Questa volta la bella barista non c'è, dobbiamo accontentarci della madre.
Per tutto il viaggio abbiamo cercato i lama che qualcuno aveva giurato di aver visto nelle campagne vicine ma non ci sono stati avvistamente quasta volta. Erano solo allucinazioni? Chi può dirlo? Magari i lama migrano...

1 commento:

Freeariello ha detto...

In certe situazioni c'è chi vede la Madonna, chi invece S.Gennaro o, senza scomodare i santi, vede Maradona passargli un pallone o Monica Bellucci mandargli un bacio... voi avete visto i lama! ;-) (meno male che non vi hanno sputato!)