martedì 18 maggio 2004

Tutto quello che può succedere in un fine settimana...(parte prima)

...potrebbe capitare di dire "breakfast" invece che "colazione", fare tre kilometri inseguendo l'accenno di sedere di un amico oppure scorgere alcuni lama nel viterbese.
Contro ogni previsione: l'arrivo a Viterbo.
Abbiamo sconfitto il cattivo tempo trascinandoci dietro un sole meraviglioso e siamo giunti non senza qualche difficoltà a destinazione.
Certo se non fosse stato per me non ci saremo mai riusciti.
La partenza è stata piena di entusiasmo e i primi 40 km sono letteralmente volati ad eccezione di alcune pause di Antonio al cellulare, ma si sa quell'uomo non esiste senza "comunicazione".
La prima vera tappa è stata dalla fruttaiola dalle prosperità inattese. Abbiamo comprato una arancia a testa e un limone che ci siamo spremuti nella bottiglia d'acqua che il prode Antonio portava seco.
Gennaro era il più fresco di tutti, con un abbigliamento decisamente sui generis indossava un graziosissimo zainetto che non poteva contenere niente. Tony invece era caricato come un mulo e nessuno ha mai saputo cosa contenesse il suo enorme zaino. Io ero in possesso di un comodo portapacchi.
La seconda sosta importante, quella del pranzo, è stata sulle rive del lago di Bracciano, dove ci siamo strafogati alcuni panini e Tony si è fatto il bagno nel lago, ovviamente non aveva il costume.
Molte di voi stanno già immaginando il nostro amico nel suo splendore senza veli; mi dispiace farvi un torto riportandovi alla realtà ma aveva in dosso il pantaloncino e con lo stesso tutto bagnato è risalito in sella pronto per il resto del viaggio.
Gennaro non curante delle mode del momento indossava il pantalone della tuta comprato la mattina stessa arrotolato sopra le ginocchia, mostrando le sue affusolate e al tempo stesso muscolose gambe. No, non poteva comprarsi un pantaloncino corto!
Poi c'è stata la montagna e niente è stato più come prima. All'inizio qualche salita poi altre salite, infine altre salite. Al termine di queste salite c'è stata finalmente la discesa, pochi secondi poi finalemnte altre salite ed altre salite, infine altre salite.
Lo sguardo era alla perenne ricerca di una fontanella, un rigagnolo o anche una pozzanghera. Mi sentivo le gambe esplodere la faccia rossa e grondande di sudore e la vista sempre più annebbiata.
Alla fine di una sallita, l'ennesima, finalmente scorgiamo la tanto agongiata fontana, ci troviamo all'ingresso della città di Oriolo Romano, è passato poco più di un'ora dalla nostra sosta a Bracciano ma semba trascorso più tempo che dall'inizio di tutto il viaggio.

continua...

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