martedì 6 dicembre 2005

No Tav

Molto prima che l’Italia si accorgesse di Pietro Lunardi, i NoTav c’erano già: erano cinque, nel 1992, davanti al primo Tgv passato in valle con a bordo il presidente Fs Lorenzo Necci; sono diventati 70 mila alla manifestazione della settimana scorsa.


Per capire quello che si prova in quelle terre al di là delle ragioni del NO bisogna leggere un articolo come questo e capire che la gente soffre al di là del credo politico e del ceto sociale.



1 commento:

Freeariello ha detto...

"Il problema è che questa storia «di popolo» potrebbe sfociare molto presto in uno scontro campale. A Venaus, in Val Cenischia, il prossimo 30 novembre inizieranno gli espropri dei terreni per i primi scavi. I sindaci dell’alta e bassa valle saranno tutti lì, con i consigli comunali, i comitati, i sindacati. Se nella «battaglia del Seghino» del 31 ottobre, tra sentieri in altezza, i blocchi della gente per impedire l’inizio dei sondaggi erano finiti con qualche manganellata, che cosa succederà nel campo aperto di Venaus?"

E' successo che stanotte alle 3:30 è arrivata la polizia con le camionette e ha manganellato (pare)pressochè indiscriminatamente giovani, donne, e anziani compreso un 7oenne... Tutto il presidio distrutto dalle ruspe.
Bilancio: dai 30 a i 50 feriti, compresi poliziotti e assessori comunali.

Ascoltare magari le ragioni dei manifestanti (tra l'altro di ogni categoria, politica e sociale. Quindi posizione unanime della popolazione) e considerare le alternative che hanno da proporre sembra superfluo da parte del governo...