mercoledì 12 luglio 2006

John Zorn


Come un pugno nello stomaco, termina il concerto con il tema, suonato a mille, di Katzatz, punto. Piegato in avanti sulla sedia, mi tenevo le mani sullo stomaco e ripetevo no, no, no.
Uno dei più grandi compositori di questo secolo, suonatore d'orchestra più che direttore, musicista e pazzo. Ha suonato troppo poco ma ha suonato divinamente. Hanno suonato tutti mostruosamente, ho goduto, ho scattato foto e poi ho sofferto. Nel finale, con quel pugno nello stomaco, mi sono alzato deluso.

Non mi ha deluso il concerto, mi ha ha deluso il finale. Mi ha portato in uno stato di eccitazione tale che l'interruzione della musica mi ha letteralmente storido. Ai concerti di Zorn si soffre, si gioisce. Gioca con le sensazioni, le stimola con le note e l'atmosfera e le controlla come vuole.

Speriamo che il prossimo concerto duri di più e finisca con un carezza.

1 commento:

checiap ha detto...

piango :....(